Questa non vuole essere una storia d’amore, una di quelle che finiscono con un “… e vissero felici e contenti”. È la storia di una ragazza qualunque che decide di lasciarsi alle spalle tutte le sue certezze trovando dentro di sé il coraggio di sognare ad occhi aperti: la storia di Simona.
Dopo aver raggiunto il fatidico giorno della laurea l’unico pensiero fisso che aveva era che a partire da quel momento avrebbe potuto iniziare una vita in qualsiasi parte del mondo e che ormai non c’era più niente che potesse evitarmi di spiccare il volo verso la vita reale. Perché in fondo gli anni dell’Università, nonostante tutte le conoscenze acquisite e tutti gli aspetti positivi che possa avere, è soprattutto un’ancora di certezze con le tue scadenze, gli esami da preparare, le lezioni da seguire. Quando arrivi alla fine di quest’esperienza ti imbatti in un grande punto di domanda “E ora? Che faccio?”.
L’inizio di una nuova esperienza è sempre un po’ traumatico: devi ricrearti i tuoi equilibri e le tue cerchie di amicizie, cercare casa, imparare una nuova lingua. Ha avuto spesso voglia di mollare tutto e tornare a casa, finché col tempo ti accorgi che anche quel posto sta diventando la tua casa e che forse non hai più tutta quella voglia di lasciarlo.
Ciao Simona, ci puoi dire in che modo pensi che la realtà spagnola sia diversa da quella italiana?
La differenza principale che ho sentito è la mentalità della gente. Qui le persone sono molto più rilassate e sorridenti, non si fanno problemi per cose futili. Per esempio qui mi capita anche di uscire da sola e a fine serata conoscere un sacco di gente nuova, tutti parlano con tutti a prescindere dall’età, dal sesso o dalla nazionalità.
Quali sono le differenze nel mondo lavorativo?
La differenza a livello lavorativo è che qui, almeno per quanto riguarda il mondo della ristorazione, ho avuto da subito contratto e contributi, tutto in regola. Mi hanno pagato addirittura anche una visita medica completa, cose che in Italia (almeno nella zone dove vivevo io) mi sarei solo sognata.
Qual è il tuo luogo preferito della Spagna?
Il mio luogo preferito per quanto riguarda l’aspetto turistico è Plaza de Espana, mentre per quanto riguarda la vita sociale è un posto che si chiama Corralones. Una sorta di “centro sociale” dove di giorni lavorano gli artigiani e di sera ci sono un sacco di bar con tipi di musica diversi l’uno dall’altro (il bar con flamenco, il bar con musica elettronica, quello con le percussioni, quello col concertino dal vivo)…
Cosa pensi del costo della vita in Spagna?
Il costo della vita in Spagna ovviamente dipende dalla zone in cui vivi. Qui in Andalusia è abbastanza basso. Puoi trovare una stanza in affitto in pieno centro per 200 euro mensili, fare una bella spesa con una ventina d’euro o per esempio la birra costa meno di un euro.
Cosa cambieresti della Spagna? E dell’Italia?
In Italia si dovrebbe trovare il mondo per aiutare i giovani a trovarsi un lavoro senza tagliare le gambe sul nascere, creare nuove prospettive, finanziare l’imprenditorialità giovanile. Per quanto riguarda la Spagna non ho grandi cose da dire perchè in realtà qui mi trovo bene, davvero bene.
Che consiglio daresti a chi è in Italia ma vorrebbe espatriare?
Il consiglio che vorrei dire a chi vuole espatriare è FATELO senza pensarci due volte!!! e poi non deve essere per forza definitivo, magari un giorno si può anche tornare in Italia. Però viaggiare ti dà le ali, conoscere nuove culture ti apre la mente. Rimanere fermi vuol dire ripetere sempre le stesse cose e non crescere. Non bisogna aver paura dell’incerto.
Cristiano Prudente