Abbiamo intervistato Marco, 27 anni, originario della provincia di Bari e milanese di adozione. Si è trasferito a Milano quasi 10 anni fa, si è laureato in ingegneria ed attualmente lavora presso una società di consulenza manageriale. Nel 2008, nell’ambito del programma Erasmus, ha trascorso un semestre “inolvidable” a Las Palmas de Gran Canaria.
Ciao Marco, ci puoi spiegare come hai avuto questa opportunita’?
Ho sempre pensato di integrare il mio percorso accademico con un’esperienza di respiro internazionale. Così, un anno prima di laurearmi, ho deciso che i tempi erano maturi per andare in Erasmus e godermi finalmente qualche mese prima di cominciare la mia carriera professionale. All’inizio ero davvero indeciso sul luogo… Ricordo ancora bene quella fredda sera d’inverno, mi recai ad una riunione dove si parlava dei vari programmi di scambio internazionale e a valle della riunione si presentavano alcuni studenti che erano appena tornati dal rispettivo Erasmus. Tra questi ce n’era uno che era appena tornato dalle Canarie: all’inizio rimasi sorpreso perchè non sapevo nemmeno esistesse una meta così esotica, poi, man mano che raccontava, rimasi impressionato perchè gli si leggeva negli occhi che quella era stata un’esperienza talmente coinvolgente ed entusiasmante che anche raccontarla a parole era riduttivo. Mi fermai per chiedergli qualche altra informazione, ma tanto il dado era già stato tratto: Las Palmas de Gran Canaria.
Quanto è importante per uno studente italiano all’estero la conoscenza della lingua spagnola? Che consigli potresti dare, in base alla tua esperienza, da questo punto di vista?
Direi che la conoscenza della lingua è imprescindibile se si vuole godere appieno l’esperienza. Il fatto che lo spagnolo sia molto simile all’italiano comunque aiuta: all’inizio riesci a comunicare nel cosiddetto “itagnolo” e con un minimo di applicazione lo parli fluentemente anche nel giro di un mese. L’importante è fare pratica, per cui anche se all’inizio può sembrare più comodo parlare o frequentare solo connazionali, la vera esperienza, anche dal punto di vista umano, la si fa conoscendo e frequentando gente diversa da noi, per lingua o abitudine che sia.
Prima di partire per l’Erasmus mi sono iscritto ad un corso di un mese offerto dalla mia università e ritengo sia stato molto utile nel fornirti un approccio preliminare alla lingua.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a studiare fuori dall’Italia? Pensi di aver fatto una scelta giusta? E perché?
Francamente mi risulta difficile pensare che ci sia qualcuno che si sia mai pentito di essere andato in Erasmus. Probabilmente ripeterò la solita solfa ma è proprio così: non è solo un’esperienza formativa dal punto di vista accademico, ma umano. Il fatto di confrontarti e condividere qualcosa con gente diversa da te, per cultura o tradizioni oltre che naturalmente per la lingua, arricchisce la tua personalità e ti rende più aperto verso gli altri. Per chi non ha mai vissuto da solo, a ciò si aggiunge la responsibilità di dover gestire tutto in totale autonomia, dalla ricerca della casa alla spesa al supermercato.
Il mondo dell’istruzione in Spagna: in che modo è diverso da quello italiano? Quali sono le tue opinioni a riguardo?
Personalmente ritengo abbiano un approccio molto più pragmatico verso lo studio. Al metodo nozionistico dell’università italiana, dove occorre imparare il più possibile nozioni di ogni tipo, il più delle volte senza sperimentare la loro reale applicazione, nell’università spagnola si é valutati principalmente attraverso casi di studio, progetti di gruppo, esercitazioni o presentazioni.
Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua esperienza all’estero?
“Il viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma”.
Cristiano Prudente